domenica 8 marzo 2020

8 marzo 2020



Nessuno dice che sia bello, nessuno dice che sia facile. Nessuno dice che non vi siano ripercussioni economiche.
Il punto è che, se non facciamo tutti assieme questi piccoli sacrifici, ci troveremo tutti assieme a vivere una catastrofe, sia sanitaria, che economica.
Osservo le reazioni della gente, e mi accorgo che ora, ovunque e sempre, anche quando quest'emergenza sarà superata, il vero problema è l'antropocentrismo. L'Uomo, che si mette al centro del tutto, davanti a tutto. L'essere umano, unico essere vivente su questo pianeta, che non accetta d'essere parte di un equilibrio. L'Uomo, che non si ferma, neppure è più capace di rallentare. Fino a quando la Natura non lo costringe, brutalmente.
Ora siamo di fronte ad un virus terribilmente infettivo, e dalla sintomatologia subdola, non ancora - per via delle tempistiche ridotte - pienamente chiara neppure a medici e virologi.
Ed occorre che tutti quanti rallentiamo, ci fermiamo il più possibile, prima che Covid19 ci imponga, con violenza, di fermarci del tutto.
Chiunque intenda continuare ad ignorare le disposizioni di contenimento del contagio, ed inviti altri a farlo, in nome della normalità e del rischio economico, è un criminale. E non mi si venga qua ad invocare la libertà di pensiero, perché un pensiero che metta in pericolo la collettività, è un crimine. Altrimenti ci toccherebbe rispettare coloro che, per la strada, in macchina o in moto superano i limiti di velocità (e di buonsenso!) e magari si mettono pure alla guida drogati e/o ubriachi, perché loro non hanno paura.

In questa giornata internazionale della Donna, il mio pensiero, declinato al femminile, va ad una nazione, l'Italia; che amo visceralmente, persino quando chi ci governa combina pasticci ingiustificabili, come fughe di notizie anzitempo, ed altri miei connazionali mi fanno provare vergogna, con la loro fuga nella notte, emblema di una paura che scatena il più feroce degli egoismi.



Il pensiero al femminile, continua poi con un doveroso omaggio ad una bella "storia", che parla di un'infermiera, e di una pizza... Tutto al femminile:


Lo scorso 5 marzo, Sabina Baggioli, infermiera presso l'ospedale Manzoni di Lecco, alle prese con un estenuante tour de force causa contagi da Covid19, dal suo profilo Facebook ci informa di una straordinaria vicenda di umanità: lei e i suoi colleghi, stremati, decidono di concedersi una pizza "a domicilio", ovvero, all'ospedale dove lavorano, perché praticamente ormai sono relegati a vivere lì. Come se loro una vita privata non ce l'avessero... Eppure non li sentiamo lamentare come chi viene invitato a rinunciare ad una gita fuori porta. 
Quando arriva il fattorino con la consegna delle pizze, Sabina fa per pagare, ma si sente rispondere che una donna, presente in pizzeria quando è arrivata la sua telefonata, ha già provveduto a saldare il conto, come ringraziamento ad un'intera categoria, che sta lavorando instancabilmente, con abnegazione, per la salvezza e la tutela di tutti noi. 


La Natura è Madre, è femmina. Ed è innegabile la forza viscerale che alberga dentro ad ogni Donna. Ma i miei auguri, come ogni anno, nel nome dell'inclusività, vanno ad ogni Donna, e ad ogni Uomo che se ne renda degno. Perché solo uniti possiamo avanzare, e la giornata internazionale della Donna potrà essere una festa solamente quando avremo raggiunto il rispetto. Per tutti. 

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