giovedì 9 aprile 2015

"TI INSEGNANO A DIRE LA VERITA', E POI QUANDO LA DICI TUTTI SI OFFENDONO" [cit.]


CLORIS BROSCA "la zingara che fa le carte"; quand'ero piccola era uno dei miei miti. E in fondo lo è ancora adesso.









 Perché "ZINGARO" non è un insulto. Essere zingari è un dato di fatto, un'appartenenza piena di fascino oltre tutto.
 Ma i campi ROM quelli sì che sono un insulto. Un insulto all'umanità intera. Un insulto ai bambini che ci abitano, costretti dai loro genitori; quegli stessi genitori che troppo spesso li costringono a rubare, mendicare, e li (dis)educano nell'arte dell'essere più furbi.
 Un insulto ai cittadini onesti - italiani, stranieri, sinti, zingari di ogni etnia - che onestamente lavorano ed onestamente si pagano una casa e le relative utenze, fra mille difficoltà; e magari si vedono anche sfrattare oppure staccare la corrente elettrica o il riscaldamento, perché non ce la fanno più, in una società che schiaccia i cittadini con il peso delle tasse, e non è più in grado di offrire né servizi né lavori.

 Perché bisogna che qualcuno abbia il coraggio di ammettere le cose come stanno: il 90% della popolazione adulta dei campi ROM,  vuole continuare quella vita, all'interno di un campo ROM senza pagare nulla, e soprattutto mendicando e rubando senza lavorare! Ed in questo modo, sta proseguendo a (dis)educare intere nuove generazioni.
 Questo si chiama vivere da parassiti alle spalle di uno Stato - in questo caso l'Italia - già economicamente in ginocchio.

 Se loro vogliono giocare a fare i più furbi, ritengo che lo Stato abbia il preciso dovere di intervenire ad impedire questo scempio, tutelando i cittadini onesti! Perché onesti non vuol dire cretini!

 Per questo, e per centinaia di altri motivi, #iostoconSalvini

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