martedì 8 maggio 2012

GOTICO PIEMONTESE - 10ima puntata


 “OMMI, OMMI, OMMI...” nella testa ancora quella corsa a perdifiato, e le parole urlate da Antonia: “piccolo, vieni qui...io ti amo!”
  Gli occhioni azzurri strabuzzati, trafelato per la sfrenata corsa, entra nella casupola come una furia; e lì trova la sua Madama Mariuccia, come sempre seduta accanto al camino intenta a rimestare la zuppa nel paiolo.
  Dimessa, l'aria scialba e sciatta, con quella cuffia messa di sbieco la Mariuccia è così diversa da Antonia... Un pezzo del misero arredamento e poco più.
  I pensieri non gli concedono tregua, insinuandosi senza troppa fatica nella sua giovane mente semplice. “Antonia così bella, Antonia così indecente... Antonia con gli occhi neri come il carbone... E ancora Antonia che lascia intravvedere i seni...”

 Mariuccia sembra non avvedersi di nulla: come sempre lo guarda adorante e gli si avvicina con riverenza per servirgli la zuppa, aspettando – come segno di rispetto – che sia lui per primo a cominciare a mangiare.
  Mariuccia venera Enrico. Lei così modesta, discreta, convinta di avere avuto il dono di uno dei giovani più ambiti del villaggio.
  Quegli occhioni blu spalancati sul mondo che erano stati capaci di conquistare tante giovani, hanno infine inspiegabilmente deciso di posarsi su di lei, e non c'è giorno che lei non ringrazi il Signore per questo.
  Sopporta remissiva quando lui torna ubriaco dalla taverna, talvolta così tanto da non riuscire ad infilare la chiave nella toppa; ma per il resto il suo Ricu è così bravo, un lavoratore che non le ha mai fatto mancare niente.
  Ed il Signore, nella sua infinità bontà, le ha fatto un altro dono: Enrico non è stato ritenuto idoneo ai reclutamenti per le crociate, e così lei ha il raro privilegio di avere il suo uomo al suo fianco, e ben poco le importa che vi sia chi non consideri il fatto lusinghiero, Mariuccia è più che felice così.

 Solitamente la cena si svolge accompagnata dai corposi monologhi di Ricu, cui Mariuccia contribuisce unicamente asserendo di tanto in tanto con la testa; per il resto la sua partecipazione è fatta di adoranti sguardi silenziosi, convinta com'è di non avere nulla di interessante da dire ad un uomo come lui.
  Ma 'stasera anche lui consuma il pasto in silenzio e frettolosamente, e lei accetta, con amorevole rassegnazione.
  Finito di cenare, Ricu le dà un distratto bacio, e corre a coricarsi; lei lo raggiunge poco dopo.

 Il sonno non vuol saperne di arrivare: Antonia gli è entrata nella carne, nelle viscere, ed ora la sua immagine nella sua mente sembra aver preso padronanza anche del suo corpo, mentre la mano scivola verso zone proibite.
  “Signore, aiutami!” _ prega Enrico _ “Non voglio diventare cieco! Non voglio bruciare all'inferno! Non voglio finire sul rogo...o essere squartato sulla piazza, davanti a tutti! Ti prego Signore aiutami!”
  Una spaventosa sequenza di immagini si affaccia alla mente del povero Enrico, in disordinata successione: Antonia, il boia, i fulmini e la peste che lo avrebbe colto, lo scherno dei paesani... E poi ancora Antonia, ora nuda... Antonia che si accarezza i seni, Antonia che si scioglie i neri capelli...
  E intanto la sua mano che continua a muoversi, laggiù, anche se lui sa che non deve, ma la mano continua...
  Il cuore che aumenta i battiti, ancora, ancora... E poi, per una frazione di secondo, il terrore... E nella sua mente la certezza della prontezza del castigo di Dio.
  Non vede più nulla, tutto è nero dinnanzi a sé! Ma non gli riesce neppure gridare per chiedere aiuto.
  E' tutto buio e tutto troppo veloce. Ma non fa male, anzi. È un piacere mai provato prima, accade tutto in successione: un rantolo soffocato, il cuore che batte troppo forte e quella sensazione di bagnato, di appiccicoso, proprio lì, dove la mano non doveva andare.

 Certo, ha consumato il matrimonio con Mariuccia – che ora pare dormire ignara, stesa al suo fianco – ma mai prima d'ora il piacere è stato tanto intenso, così violento, così peccaminoso...
  Ha peccato di lussuria ed in maniera molto grave, e tutta la notte non basterà a fargli prender sonno.
  “Dio mio, cosa mi succederà ora?” si chiede piangendo silenziosamente.

 Non immagina che i problemi più grossi siano lì di fianco a lui, così vicini che gli basterebbe allungare una mano per toccarli. Mariuccia non stava dormendo.

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