sabato 27 gennaio 2024

Arte che genera solidarietà: in memoria di Gabriele Campana, una mostra d'arte a scopo benefico

 

opera di Gabriele Campana

'Sogno di un pittore: Gabriele Campana'
è il titolo della mostra commemorativa organizzata da Linea d'Arte Studio negli spazi della Lilium Art Gallery in via Roma, 55 a Perosa Argentina (TO)

  Gabriele Campana, nato a Torino il 21 marzo 1986 e scomparso prematuramente nel 2023, era un artista appassionato, che si è destreggiato tra pittura e fotografia, lasciando una forte impronta nella scena artistica locale.
 Una volta conseguito il diploma di geometra, Campana ha scelto di seguire la passione per l'arte, seguendo un percorso formativo composto da numerosi corsi, e diplomandosi in 'arte fotografica - tecnica e composizione' con il Maestro Alberto Alpozzi.
 Campana ha poi partecipato a diverse mostre, collettive e personali, e preso parte all'organizzazione di eventi artistici, tra cui la memorabile mostra 'Giochi di luce e colore' che si è tenuta nel 2018 a Torino.

Opera di Gabriele Campana


 Inaugurazione sabato 3 febbraio alle 16.
"Per Gabriele, è sempre stata una grande passione, lui ci teneva a fare mostre, e questo è un modo di mantenere vivo il suo ricordo, proseguendo l'opera che aveva intrapreso"  raccontano i genitori di Gabriele.

 L'Arte è nata con l'Uomo, e sopravvive agli uomini, rendendone immortale lo spirito, già in questa vita mortale.
 Arte che sa essere seme di speranza, e germoglio di buone azioni, come in questo caso: l'intero ricavato della mostra commemorativa dell'arte di Gabriele Campana, derivante dalla vendita di alcune stampe delle opere dell'artista, per volere dei genitori di Gabriele, entrambi medici, verrà devoluto a sostegno di Mattia ed Edoardo, due fratellini di Perosa Argentina.



 Nel 2022, quando avevano rispettivamente 4 e 2 anni, è stata loro diagnosticata una malattia genetica degenerativa molto rara, appartenente alla famiglia della leucodistrofia, denominata 'VWM', per la quale si contano appena circa un centinaio di casi al mondo.
 I genitori dei bambini hanno intrapreso un percorso presso l'unico centro al mondo che attualmente si occupi di questa malattia molto rara, il Centro Medico Universitario di Amsterdam.

opera di Gabriele Campana





 La mostra proseguirà domenica 4 febbraio dalle 10 alle 18, lunedì 5 e martedì 6 febbraio dalle 16 alle 18.
 Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il numero 3274472293.




venerdì 19 gennaio 2024

Salumi da Oscar, tradizione e territorio: una storia di famiglia, quella della Macelleria Charrier di Perosa Argentina


 

 La sede è quella di piazza III Alpini a Perosa Argentina, un paesino del pinerolese, in provincia di Torino, circondato dalle montagne. Ma collaborazioni e ambizioni sono a livello regionale ed anche nazionale.


La Macelleria Salumeria Charrier si è aggiudicata la vittoria dell'edizione 2023 dei Piemonte Food Awards - ovvero gli oscar dei produttori agroalimentari piemontesi - nella categoria salumifici.
 "Sono venuto a conoscenza di questo concorso per caso, da un volantino in un'azienda artigianale di grissini - racconta Roberto Martemucci, che assieme alla moglie, Emanuela Charrier, porta avanti la tradizione della macelleria di famiglia - Mi sono informato, e ho deciso di partecipare: abbiamo dovuto mandare tre campioni di salumi e prosciutti artigianali, fatti da noi, a tre giurie... E... E abbiamo vinto! Per adesso ci hanno inoltrato l'attestato online, e il risultato è stato pubblicato sul sito, a febbraio andremo personalmente a ritirare l'attestato".


  La storia della Macelleria Charrier affonda le radici nel 1972.
"In quell'anno mio papà, assieme a sua sorella con il marito, rilevano una macelleria che c'era già da diversi anni - spiega Emanuela Charrier - Nel '76 papà e mamma si sono sposati, e così i miei zii hanno aperto la macelleria a Prali, mentre papà e mamma hanno proseguito qua a Perosa. Ed io praticamente ci sono cresciuta, terminate le scuole sono subito andata in macelleria, cominciando dalla cassa".

 E da allora l'azienda è sempre rimasta in famiglia.
"Io sono diventata titolare nel 2016 - prosegue Emanuela - Quando mi sono sposata, nel 2010, mio marito lavorava ancora in febbrica. Poi, era più o meno il 2013, quando Roberto ha cominciato ad imparare il mestiere da mio papà".



 "Io per vent'anni ho lavorato in una azienda metalmeccanica di Pinerolo, e di carne e salumi non ne sapevo niente - illustra il suo percorso Martemucci - Ho fatto anche alcune esperienze in Svizzera ed altri stati esteri, sempre come consulente di un'azienda metalmeccanica. Poi, papà di due bambini, il desiderio di stare più vicino alla famiglia ha prevalso, e nel frattempo i miei suoceri stavano pensando alla pensione, quindi portare avanti l'azienda di famiglia di mia moglie si è presentato come un mix di opportunità e sentimenti".
 Un'opportunità che si è trasformata in passione.
"Ho cominciato guardando mio suocero, ovviamente. Ed ho proseguito la mia personale formazione in giro, a disossare in casa, come una volta, a macellare al mattatoio... Ho anche seguito un corso a Moretta. E da lì la mia è divenuta una vera e propria passione, soprattutto per quanto concerne la realizzazione dei salumi" prosegue Martemucci.



 "Adesso collaboriamo con un'altra azienda, a livello nazionale, e c'è un tutor con del quale avvalersi per la creazione di nuovi prodotti - spiega ancora Martemucci - Mentre, sia a livello personale che come Associazione Macellai, collaboriamo con istituti alberghieri e il Cfiq di Pinerolo, ovvero il Consorzio per la Formazione, l'Innovazione e la Qualità".



 A conclusione, Roberto Martemucci ed Emanuela Charrier sottolineano la filosofia che fa da filo conduttore al loro quotidiano impegno lavorativo: "Ci piace guardare al futuro, sempre rispettando la tradizione, portando, producendo e diffondendo prodotti di alta qualità, partendo dal nostro paese".

martedì 9 gennaio 2024

Fra i 700 e i 1000 metri, tutto per lo sport e il tempo libero

 




















 La sinergia fra una mamma e una figlia, Monica e Marta, e la sinergia fra l'esperienza che affonda radici nel passato, e lo sguardo proiettato al futuro, per un'attività - anzi, due - pronte ad evolversi, ma senza snaturarsi.

 La mamma, Monica Riminato, è nata e cresciuta in montagna, ama la montagna, ed è anche maestra di sci.
 Così, a cavallo fra il 1997 e 1998, è partita con l'avventura di Quota 1000 : con riferimento all'altitudine, nel cuore di Fenestrelle è nato un punto all'interno del quale trovare abbigliamento, accessori ed anche consigli esperti per vivere la montagna fra sport, tempo libero e vita quotidiana, selezionando i marchi per pregio e qualità.
 Negli anni la base tecnica è rimasta, con una piccola evoluzione verso l'attenzione alla moda, e a sport non solamente circoscritti alla montagna.

 "La mia 'mammocchia', come la chiamo io, mi ha sempre chiesto di collaborare... E io tantissime volte le ho risposto di no - racconta con affetto la figlia, Marta Boscarin - Ma nel tempo mi sono sempre più avvicinata, notando come il 'suo' mondo fosse fatto di tantissime cose belle, e soprattutto di qualità. Così ho cominciato a buttare qualche battuta su un futuro di shopping online, e sul negozio di Fenestrelle, che necessitava di rivalutazione".

 Così il 4 febbraio 2023 è stato inaugurato il nuovo punto vendita in via Umberto I, 75 a Fenestrelle, mentre Marta pensava all'apertura di un negozio online.

Monica e la figlia Marta, il giorno dell'inaugurazione del nuovo punto vendita di Fenestrelle







   Poi Marta, 25 anni il prossimo mese di aprile, ha deciso di 'crescere' ancora, e adesso è ufficialmente parte dell'impresa di famiglia, titolare del punto vendita di Perosa Argentina, che, fedele all'altitudine, porta il nome di A Un Passo Dai 700.
 Dalla mamma ha appreso la cura della clientela, con orari estesi e la disponibilità ad ascoltare e consigliare il cliente, unita al piacere, che sa essere curativo, di una bella chiacchierata. Il tutto, con l'entusiasmo impagabile della gioventù.
 Marta ha però aggiunto il suo tocco contemporaneo, partendo dalla cura delle pagine Facebook sopra citate, e Instagram dove sono unite entrambe le attività in un unico profilo.






 

  Per il futuro permane l'idea di aggiungere alle due attività fisiche esistenti, anche un vero e proprio negozio online.
 Intanto è in fase di costruzione un catalogo Whatsapp per permettere ai clienti di fare le loro scelte comodamente online, ma sempre con l'assistenza professionale e umana di Marta e Monica, a differenza di un normale shopping online.
 "Adesso siamo agli inizi, ma con la collezione estiva verrà perfezionato e sarà certamente più curato" promette Marta.

venerdì 5 gennaio 2024

FENESTRELLE: l'eredità della sezione Avis locale

Il sindaco di Fenestrelle Michel Bouquet con Direttivo e soci dell'Avis di Fenestrelle

  

 Due defibrillatori e un contributo economico per due famiglie in difficoltà

 È giunto al termine l'operato della Sezione Avis di Fenestrelle, cominciato il 19 aprile 1969.
 Crescenti difficoltà legate principalmente a questioni burocratiche, e nessun volto nuovo che succedesse alla Presidenza di Silvia Clapier, di Mentoulles, al suo secondo mandato, hanno fatto calare il sipario.

 "Domenica 31 dicembre, al termine della Santa Messa celebrata a Mentoulles, sono state consegnate le benemerenze, e nel salone parrocchiale si è tenuta l'Assemblea Generale dei soci per votare la chiusura definitiva" racconta Silvia Clapier, ultima Presidente della Sezione AVIS di Fenestrelle.

 "Nonostante numerosi appelli, non siamo riusciti a trovare nessuno che mi sostituisse come Presidente - prosegue Clapier - Io non me la sentivo davvero di andare incontro ad un terzo mandato, e più in generale, come purtroppo sta accadendo a molte altre associazioni di territorio, la burocrazia sta rendendo le cose troppo difficili, e diminuisce il numero di persone che si impegnano nelle varie associazioni di volontariato".

 Il 19 aprile 1969 l'Avis Comunale di Fenestrelle ha cominciato il suo percorso con 25 donatori. Numero di donatori in continuo aumento, fino ad arrivare a circa 90, attorno al 2008.
 Dal 2009 hanno cominciato a cambiare alcune leggi, ed è stato tolto l'ambulatorio locale per raccogliere le donazioni, e da quel momento i donatori hanno cominciato a scendere, arrivando agli attuali 16.

 Nonostante un po' di amarezza, i titoli di coda si accompagnano a gesti concreti in grado di seminare il 'bene' e speranza per il futuro, denotando la natura delle sezioni Avis quali associazioni volte al benessere del territorio a trecentosessanta gradi, oltre le preziosissime donazioni di sangue:
 "Abbiamo portato a compimento il progetto, nato quest'estate, di acquisto e posizionamento di due defibrillatori con teca riscaldata, rispettivamente nella piazzetta di Villecloze, e a Granges vicino al forno. Inoltre, come Direttivo, abbiamo deliberato un piccolo aiuto economico a due famiglie del nostro Comune, all'interno delle quali un componente soffre di gravi problemi di salute. - conclude Clapier - Ci tenevamo a lasciare un bel ricordo, come Associazione nata nell'ormai lontano 1969. Purtroppo ormai la parola 'fine' è stata scritta... Chissà che in futuro qualcun altro non voglia dare nuova vita ad una sezione locale, partendo nuovamente da zero".

 Infine, un appello ai donatori: "che proseguano con la loro generosità, rivolgendosi alle sezioni vicine, di Roure, Perosa Argentina e Pomaretto" è l'esortazione di Silvia Clapier.

martedì 2 gennaio 2024

LA TRIACA DI AGNES - trilogia della risorgenza alla Verna

 




Graziella Luttati - Edizioni Mille

 Tra Francia e Italia, tra giovinezza ed età adulta, tra la peste e la salute, tra la guerra e la pace.
 Due famiglie, un cammino: è il primo capitolo di quella che si appresta ad essere una trilogia, il cui secondo capitolo, fa sapere l'autrice Graziella Luttati, vedrà la pubblicazione in questo 2024.

 Il racconto, che vede protagoniste le famiglie Ferraud e Fautrier, comincia nel 1610 in Francia a Montmélian, Comba di Savoia, sulla riva destra del fiume Isère.
 Incombe la peste, e le due famiglie, molto unite, intraprendono il loro cammino fra paura e speranza, ma la seconda si dimostra sempre più forte.
 Raggiungono l'Italia - e più precisamente il Piemonte - attraverso il valico di Petra Sextreria, l'attuale Sestriere, e metteranno radici nella frazione montana di La Verna, nel territorio di Cumbaviana - l'attuale Cumiana, situata all'incirca a metà strada fra Cumiana e Giaveno

 Proprio La Verna, si intuisce da questo primo capitolo, fornirà la giusta occasione di rinascita alle famiglie Ferraud e Fautrier, e dalla laboriosità e dalla cura del territorio di queste famiglie, rinascerà a sua volta.


foglie di ontano


  Il libro è frutto di una grande ricerca storica, non solo a livello bibliografico, ma a renderlo straordinario sono le testimonianze frutto di memoria orale che l'autrice ha raccolto dai discendenti di quelle famiglie! In particolare, fra i ringraziamenti, è citato il Signor Michelangelo Faraudo, nativo della Verna, quale 'memoria storica'.

 Fra ricerca storica, ricordi e un pizzico di magia, fra realtà e leggenda, la laboriosità delle due famiglie si snoda in armonia con la natura circostante, fra alberi di ontano e la 'triaca', antichissimo preparato farmaceutico dalle supposte virtù miracolose, in un equilibrio in grado di rendere assolutamente contemporanee vicende che vedono il loro inizio nel 1610.
 La narrazione parte a rilento, un po' macchinosa, ma procede in un crescendo - dapprima flemmatico, pagina dopo pagina sempre più incalzante - in grado di suscitare la curiosità del lettore.
 E si interrompe proprio sul più bello, quando si avrebbe tanta voglia di conoscere i bambini che verranno, speranzosi che verranno, da Alberta e Pascal, Teresina e Sebastien; quando si avrebbe voglia di stare tranquilli, che la peste li risparmi e che i loro affari prosperino.
 Ed invece, tocca aspettare il capitolo successivo. Che fortunatamente arriverà già di quest'anno.
 

Tutti a tavola! Babbo Natale, Elfi e Renne

 



 Oltre la strada che attraversa il mare, si raggiunge il ghiacciato Regno del Nord. Proseguendo sempre dritti, si raggiunge e supera il Circolo Polare Artico, ed è il momento di svoltare verso fitti boschi di conifere.
 Camminare, camminare ancora, fino a raggiungere una piccola luce in una piccola cavità di un grande albero: abbassandosi, ci si accorgerà che si tratta della piccola porta di una piccola casa.
 Solo chi sa farsi abbastanza piccolo può riuscire ad entrarci.
E dunque varcare la soglia del Regno di Babbo Natale 🎅
 Nel Regno di Babbo Natale le giornate scorrono felici e tranquille, tutto l'anno, fra giochi, giocattoli, dolcetti e cioccolata calda (gli abitanti del Regno possono mangiare dolci a volontà, senza problemi di carie, mal di pancia, calorie) e uno sguardo ai bambini di tutto il mondo.
 Dicevamo: le giornate scorrono felici e tranquille tutto l'anno... Tutto l'anno fino al sabato che precede la prima Domenica di Avvento, quando l'intero Regno viene gettato nella frenesia: leggi-controlla se il bambino è stato bravo – costruisci – impacchetta – leggi – controlla se il bambino è stato bravo – costruisci – impacchetta.
 A quel punto gli Elfi, di indole giocherellona e – bisogna ammetterlo – un po' pigra, ogni anno arrancano, cominciano troppo lentamente. E ogni anno Babbo Natale si spazientisce, e li minaccia: è nata così la ricetta delle orecchie di Elfo.
 Nessuno ricorda più quanti anni, forse ormai secoli, siano passati da quando Babbo Natale, preoccupato di non riuscire in tempo a preparare i regali per i bambini di tutto il mondo, pronunciò furente la frase: «Se non aumentate il ritmo e vi mettete a lavorare seriamente, vi mangio le orecchie!»
 Dalla cucina, Lei sentì tutto. E così, Lei, da sempre e per sempre intenta a stemperare gli animi e rassicurare Babbo Natale, Elfi e Renne, con il suo magico aiuto, affinché ogni anno vada tutto bene, come deve andare, quella sera ormai lontanissima nel tempo servì per la cena, per la prima volta, le “orecchie di Elfo”.
 Gli Elfi avevano lavorato sodo tutta la giornata, recuperando il tempo perduto, e sedutisi a tavola, affaticati ma soddisfatti, la loro espressione da sorridente si fece tremante, quando videro nel piatto quelle “orecchie”, così terribilmente simili alle loro, e subito ricordarono la minaccia ricevuta quello stesso giorno da Babbo Natale! Il quale, tuttavia, dimostrava di essere stupito tanto quanto loro, benché decisamente più divertito.
 «Visto cos'avete rischiato? – dopo essersi goduta le espressioni sgomente di tutti quanti, irruppe ad interrompere i loro pensieri con voce allegra, per poi proseguire rassicurante – anche quest'anno ce l'avete fatta. Ma avete rischiato davvero troppo! – ammonì gli Elfi, per poi rivolgersi con tono accondiscendente a Babbo Natale – Caro, capisco caro la tua preoccupazione, ma devi stare più tranquillo! Lo sai che alla fine, prima della fine, in tempo utile, la magia del Natale aggiusta sempre tutto!»

 Lei, bellissima, carnagione ambrata, curve morbide, lunghi capelli color mogano scuro, leggermente mossi, e vivaci occhi color del miele, è la moglie di Babbo Natale.
 Vive assieme a lui, nel Regno di Babbo Natale, e quando esce nel mondo, da sola oppure al suo fianco, non si fa mai notare, tramutando il suo aspetto, fino a farsi vecchia e brutta, trasandata, per scorgere la bontà nei cuori delle persone che non si fermano alle apparenze.
 «Oggi, quando ho avvertito tutta questa tensione... Mi sono rifugiata in cucina. Sapete che la cucina nutre e sprigiona la mia magia. E così ho dato vita a queste orecchie di elfo: foglie di cavolo ripiene di riso basmati, carne tritata e crema di ceci!»
 Nel frattempo, passati tensione e stupore, gli Elfi di Babbo Natale avevano cominciato a mangiare con ingordigia «Grazie, sono davvero buonissime!» commentavano soddisfatti fra un boccone e l'altro.
 Affinché tutti andassero a dormire tranquilli, pronti ad un sereno sonno ristoratore che permettesse di alzarsi riposati ed in piena forza l'indomani, era necessario concludere la cena in dolcezza: è nato così il Pan Dolce di Natale, panini al latte impreziositi con cioccolato fondente, pistacchi, arancia candita, scorza d'arancia e uvetta.
 Da allora ogni anno, la sera del 23 dicembre, antivigilia di Natale, la cena a casa di Babbo Natale e i suoi Elfi prevede Orecchie di Elfo e Pan Dolce di Natale.
 Ma quando arriva la sera della Vigilia, durante la cena prima del grande viaggio per portare doni ai bambini di tutto il mondo, a dover essere scherzosamente spronate sono le renne, che quell'unica notte all'anno volano... E spesso, per pigrizia, non hanno fatto tutta tutta la ginnastica che serve ad allenarle per l'occasione! Ed allora, sul tavolo della cena della Vigilia di Natale, con il ripieno delle “orecchie di Elfo”, vengono serviti i golosissimi ed energetici Nasi di Renna.

 Ciò che accade ogni anno dopo quella cena è cosa nota: gli Elfi che con grande allegria aiutano Babbo Natale a portare tutti i regali nel sacco magico e a riporlo nella slitta, le renne che scalpitano, Babbo Natale che fa schioccare in aria la frusta, e si parte, come saette luminose nel cielo, sfruttando i fusi orari e rosicchiando minuti ed infine ore all'orologio, per consegnare in una sola notte regali ai bambini di tutto il mondo. Camini, tetti, ma anche vette montane, acque di mari e oceani, porte, finestre, scale... Non esistono ostacoli, quando si mette in moto la forza dell'amore.

 Ciò che in pochissimi sanno, e nessuno sospetterebbe, vedendo la bellissima e regale moglie di Babbo Natale...

 Ė che proprio lei, dodici notti dopo suo marito, si trasforma completamente: naso lungo, bitorzoli sul viso, scialle in testa, scarpe rotte...
 E via, a cavalcioni di una scopa, percorre la stesso tragitto di Babbo Natale per tornare da quegli stessi bambini, e rifinire l'opera: dolcetti e qualche regalino ancora, per i bambini più buoni, frutta secca e agrumi, e, per chi buono non lo è stato, o magari passato il Natale e ricevuti i doni ha disobbedito, carbone! Affinché sfruttino il nuovo anno fino al prossimo Natale per comportarsi bene, e meritarsi tutta la magia del Natale.