Il Diavolo veste Prada 2: malinconico tuffo nel passato, o una nuova sferzante attualità?
| Stanley Tucci, ovvero Nigel Kipling, sempre convinto - ma forse non ci crede davvero neanche lui - che, quando arriverà la sua occasione, Miranda Priestley - Meryl Streep, al suo fianco - saprà ricompensarlo. [foto dal set 'Il Diavolo veste Prada 2' / sito Elle - James Devaney // Getty Images] |
Il Diavolo veste Prada ha rappresentato per me un vero e proprio film di formazione, una sorta di parafrasi della vita.
Fra le sfilate che ho ideato/diretto/presentato quando avevo un negozio di abbigliamento, ce n'è stata una incentrata proprio sul film, ed in particolare sull'iconico monologo che parte da "quel maglioncino azzurro infeltrito [...] perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di quello che ti metti addosso" [...] "non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo".
Monologo che ricordo a memoria tutt'oggi, dopo aver visto decine di volte il film con i miei amici, con i quali ho un gruppo whatsapp che ha come foto proprio Meryl Streep nei panni di Miranda Priestley e il cui 'titolo' è 'tutti vorrebbero essere noi', come la risposta data da Miranda alla sua assistente Andy "Non essere sciocca, Andy: tutti vorrebbero essere noi!"
Il 7 gennaio del 2013 scrivevo, per Mymovies:
Una favola alla moda.
Riconosco di essere di parte per recensire questo film ottimo - tratto dall'omonimo romanzo di Lauren Weinsberger, ex assistente della direttrice di Vogue America, da cui trae spunto l'intera storia - che ai miei occhi risulta addirittura essere un capolavoro. Uno di quei film che vedi e rivedi con le tue migliori amiche/ici e impari praticamente a memoria. Ho addirittura inscenato una sfilata di moda con due piccoli momenti di recita tratti da questo che per me ed i miei amici è diventato un film "culto", guardato tutti assieme per l'ennesima volta ieri pomeriggio.
Andy Sachs (una splendida Anne Hathaway dagli occhi di cerbiatto) laureata in legge, sogna però di fare la giornalista, e per farlo approda a New York nella redazione della blasonata rivista di moda RUNWAY, come assistente della temuta ed al contempo venerata Miranda Priestley (una titanica Meryl Streep; il successo di questo film va attribuito principalmente all'abile recitazione, e lei è addirittura sublime).
Andy è bella e sveglia, ma trasandata, totalmente estranea al mondo della moda ed ai suoi luccichii, cui inizialmente guarda unicamente con sospetto, pensando solo a "stringere i denti", perché sa che un anno di lavoro lì le spalancherà molte porte.
Presto però, con abilità farà carriera e subirà una trasformazione non solo nel look - finalmente in grado di valorizzare la sua grande bellezza - ma anche interiormente, tanto da capire che il mondo della moda non è tutto demoniaco e soprattutto non è solo apparenza.
Ma i suoi più grandi affetti le volteranno le spalle, rinfacciandole di essersi venduta l'anima al diavolo, di non credere più negli stessi valori di prima.
Una favola, e come tutte le favole che si rispetti ha una morale: ogni medaglia ha il suo rovescio, ed il buono e il cattivo si trovano ovunque. E sovente carriera e vita personale sono inconciliabili.
| Dal set del film 'Il Diavolo veste Prada 2' Anne Hathaway nei panni di Andy Sachs in un momento di complicità con l'attore Patrick Brammal, che pare andrà a sostituire lo storico fidanzato cuoco, col quale sembrava esserci stato un lieto fine al termine del primo capitolo cinematografico. [credit foto sito Elle / Aeon // Getty Images Ecco, Il Diavolo veste Prada è stato questo: una favola che, come tutte le favole, è solo ingannevolmente semplice intrattenimento. Si è parlato molto presto di un sequel e, proprio in virtù della assoluta contemporaneità, dopo due/tre anni l'avrei visto benissimo. Si tratta senza dubbio di una grande scommessa, ma sappiamo anche come Miranda ed Andy siano fatte per vincere le grandi scommesse |

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