Lunedì 24 marzo, a partire dalle 15, gli spazi della storica Villa Willy, all'interno del Parco Tron di Perosa Argentina (TO) ospitano una conferenza a tema lupo riservata ai soci della Unitre Perosa e Valli.
Relatore, il Dott. Mauro Bruno, una lunga carriera all'interno della AslTo3.
"Parlerò del lupo a trecentosessanta gradi, mettendo al centro il comportamento dell'Uomo - ci racconta il Dottor Mauro Bruno - dimostrando come, nonostante i progressi negli studi e nella conoscenza di questo animale, il nostro rapporto con esso non abbia avuto grandi progressi. Partendo dai titoli di giornale che oggi, come già settanta, ottanta, cento anni fa erano allarmistici, e il lupo, sui giornali, non si limita a predare, e mangiare per vivere, ma sbrana e dilania".
Lupo odiato e temuto, oppure venerato e sottovalutato, mai indifferente.
Dalla lupa che allattò Romolo e Remo, all'animale descritto in sovrannumero e gratuitamente aggressivo, il lupo che abita l'immaginario collettivo è spesso distante dalla realtà.
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lupa capitolina |
"Parlerò del lupo partendo da dati certi, ricerche effettuate sul campo, lontano da visioni di parte. - prosegue il Dottor Mauro Bruno - Centrale il ruolo dell'Uomo da sempre, da quando l'avevamo portato quasi all'estinzione, solo un piccolo nucleo aveva resistito nell'Italia centrale, parlando del 'nostro' canis lupus italicus, prima abitando e depredando le montagne, poi cacciandolo. Allo stato di protezione, si è aggiunto il progressivo abbandono delle montagne, nonché l'inserimento di prede a scopo venatorio, e questo ha concesso il suo prolificare e la ri-conquista del territorio, attraverso il fenomeno della dispersione". Ma i lupi non rischiano di essere in 'sovrannumero', come ci spiega il Dottor Mauro Bruno:
"Il lupo è un predatore apicale, ovvero in cima alla catena alimentare dell'ecosistema che abita, ed in quanto tale si autoregola, e la sua presenza è sempre adeguata alle risorse trofiche del territorio. Anche in questo caso, eccezion fatta per l'intervento dell'Uomo, i lupi si regolano attraverso il fenomeno della dispersione, ed in caso di territorio saturo attraverso scontri che possono portare anche all'uccisione. Ma la riproduzione riguarda una sola coppia per branco, famiglia, ed avviene un'unica volta l'anno, sempre compatibilmente con le risorse disponibili sul territorio".
Lupi ed attività umane, come l'allevamento:
"Esistono mezzi e modi per tenere al sicuro gli animali dagli attacchi del lupo, predatore opportunista che si rivolge alle prede più facili. Esistono, ma richiedono risorse economiche, lavoro e quindi tempo - spiega il Dottor Mauro Bruno - Solitamente invece si cerca di dare agli allevatori contentini tramite slogan, o pagare i capi predati, anziché investire nella prevenzione, come sarebbe giusto. Lo stesso declassamento dello stato di protezione del lupo, è uno slogan che fa felici più che altro quei cacciatori che parteciperanno ad una eventuale caccia, ricordando come l'abbassamento del livello di protezione non significhi assolutamente caccia aperta! Ma basta guardare alla vicina Francia per capire come questi provvedimenti, se non adeguatamente strutturati, siano in realtà dannosi: andando a destrutturare un branco, è molto più facile che i componenti rimanenti si rivolgano agli animali domestici. Un esempio invece virtuoso è quello della Svizzera, ma per attuarlo servono volontà, fondi e organizzazione, non semplici slogan".