mercoledì 9 marzo 2022

Ciro Il Riccio

Per i turisti che visitano il Parco del Vesuvio, da circa due mesi c'è una novità che è diventata un'attrazione imprescindibile: la 𝓟𝓲𝔃𝔃𝓮𝓻𝓲𝓪 𝓭𝓪 𝓒𝓲𝓻𝓸 𝓲𝓵 𝓡𝓲𝓬𝓬𝓲𝓸 𝓥𝓮𝓻𝓭𝓮. Ad accogliere i clienti, nei panni del maître di sala, proprio lui, Ciro il Riccio Verde. E al termine del pranzo e della cena, per i clienti che desiderano fermarsi - praticamente, tutti - Ciro racconta la sua storia. Sale sul banco del bellissimo forno a legna, cui sono volti tutti i tavoli, di modo che i clienti possano ammirare il pizzaiolo all'opera, il suo papà umano, e comincia: 𝕮'𝖊𝖗𝖆 𝖚𝖓𝖆 𝖛𝖔𝖑𝖙𝖆... Un goloso profumo di frittelle sovrasta il profumo del mare. Luci e suoni del Luna Park creano una coltre ovattata dove tutto sembra gioioso e fiabesco. Ma non sempre quello che sembra, è. Ciro si trova solo e impaurito in un retro buio, dove ogni tanto l'uomo che l'ha rapito fa incursione. Oltre la tenda, sente nitrire i cavalli, che i giocatori eccitati fanno avanzare, lanciando una pallina su un tavolo pieno di buche. Chi vince la gara, vince un premio. L'uomo che l'ha rapito, è un po' che non entra, e Ciro audacemente mette il nasino fuori dalla tenda, annusa l'aria, e nel frattempo origlia. Capisce di essere in una città chiamata Sanremo, la gente sembra entusiasta di trovarsi lì. Ciro si fa coraggio, scosta leggermente la tenda, mette una zampetta fuori, e si guarda attorno: il suo rapitore è distratto, indaffarato con i tanti che si affollano per sfidarsi alla corsa dei cavalli. "È il momento buono per fuggire!" pensa fra sé, e veloce si perde fra la folla. C'è davvero tanta, tantissima gente, che scherza, ride, mangia e si diverte fra le varie attrazioni. Ciro ha paura di venire calpestato, schiacciato, e scappa senza capire dove. Ad un certo punto si arrampica su scale di metallo, per lui altissime, ed entra in una sorta di castello magico, pieno di specchi. Non ne aveva mai visto uno in vita sua! D'improvviso, tutto attorno a sé vede un'immagine riflessa che gli risulta così familiare, ha la forma e le dimensioni della sua famiglia, degli amici dai quali è stato sradicato al momento del rapimento. Solo che... Si tocca il pelo, si sfiora gli aculei sulla schiena... E vede che l'immagine riflessa compie i suoi stessi movimenti. Così, dopo un attimo di sbigottimento, capisce di essere lui: «Ma sono... Sono verde! Ecco cosa dicevano quegli uomini, quando mi hanno rapito. Io, io... Nessuno, nessuno dei miei fratelli aveva questo mio colore». Ora Ciro prosegue il percorso indicato dal castello di specchi, completamente concentrato sul suo colore così singolare, che per lui rappresenta una novità. E senza neppure rendersente conto, si ritrova fuori. «Presto! Prestooo! Il riccio verde è fuggito, dobbiamo trovarlo!» l'uomo che l'ha rapito, titolare dell'attrazione delle corse di cavalli, corre furibondo per tutto il Luna Park. Ciro non ha tempo neppure di spaventarsi che subito due donne impellicciate vicino a lui lanciano un urlo: «AAAHHHH» _ la loro espressione è schifata, prima ancora che impaurita _ «È qua, venite a prenderlo!» In men che non si dica, Ciro si trova dentro una piccola gabbia, e questa volta, anziché essere nascosto, è ben esposto alla vista, sul banco delle corse dei cavalli. L'uomo continua ad urlare, ma questa volta con entusiasmo: «Signore e Signori... Grandi e piccini... Accorrete! Siamo alla gara cruciale di questo fine settimana! È giunto il momento del torneo dei giocatori più forti, e in palio per il primo premio... - si interrompe un attimo, e al frastuono generale si sovrappone un assordante rullo di tamburi - Il vincitore si porterà a casa questo esemplare, unico al mondo, di riccio verde!» Ciro, dentro la gabbietta, si mette a piangere e singhiozzare, senza più alcuna speranza. Un piccolo bambino, di nome Francesco, si accorge del suo pianto e comincia a piagnucolare anche lui, indicandolo, ed attirando l'attenzione di mamma e papà. «Ma povero piccolo riccio!» esclama commossa la mamma di Francesco. «Dobbiamo giocare e cercare di vincerlo. Così, potremo portarlo in salvo» risponde con determinazione il papà. Alcuni attimi di prova, e l'uomo dà il via alla gara. La competizione è alta, ma la mamma e il papà di Francesco ce la mettono tutta, con il piccolo in mezzo a loro a fare il tifo. Si avvicina il traguardo, la mamma è sicura al terzo posto, mentre davanti è testa a testa fra il papà di Francesco e un altro concorrente. Gli ultimi instanti trascorrono con il fiato sospeso, mentre i cavalli avanzano nel loro percorso. EVVIVAAAA!! Il papà di Francesco si aggiudica il primo posto, il riccio verde è loro!! Francesco mette le ditina dentro la gabbia, e la mamma lo scosta con dolcezza: «Piano, che sarà spaventato». Ciro trema ancora, ma con quella famiglia si sente istintivamente al sicuro. «Hey piccolo... Come stai? Forse avrai fame!» La famiglia è presto tornata nel camper posteggiato poco distante, ed ora, al sicuro, possono liberare quel dolcissimo riccio verde. «Nel frattempo ti ho preparato uno spuntino: qualche fettina di mela e un uovo fritto!» La mamma porta il cibo in tavola, e il papà fa una carezza al riccio verde: «Adesso mangia con calma, e raccontaci la tua storia». Ciro mangia qualche boccone, con un sorriso colmo di gratitudine, poi fa un grande sospiro, e racconta: «Be', non ho molto da dire. Mi chiamo Ciro, ho scoperto solo oggi, nel castello degli specchi, di essere verde... Così diverso da tutti gli altri. E...» gli occhi gli si fanno nuovamente lucidi, Francesco si avvicina a consolarlo, e Ciro riprende «L'altro giorno, quell'uomo che avete visto alla corsa dei cavalli, è venuto a casa mia, dove abitavo, accompagnato da altri due uomini, e mi hanno rapito». «Ciro, dove si trova casa tua? Se ce lo dici, possiamo riaccompagnarti! » _ «Non lo so, non ne ho proprio idea! Fra noi ricci, non c'è l'abitudine di parlare di dove ci troviamo, di dare il nome a un luogo» risponde Ciro, spaesato e triste. Poi, prosegue, con un lampo nello sguardo: «Ricordo sempre tutta la famiglia parlare di quanto sarebbe stato bello andare nel Parco del Vesuvio, così dicevano! Ma non ho idea di dove si trovi, di cosa sia» _ «Il Vesuvio è un vulcano! Si trova nel Golfo di Napoli, sul mare. È effettivamente molto bello» gli spiega la mamma. «Sentivo la gente parlare... C'è il mare anche qua, vero? Ma io... Non l'ho mai visto, non ho capito bene di cosa si tratti» Allora il papà lo prende in braccio, escono dal camper... «Ecco, questo è il mare». Ciro osserva in silenzio per qualche minuto, poi si gira commosso verso la sua nuova famiglia: «È meraviglioso!» «Forse, è questo il segnale che stavamo aspettando! E se partissimo per il Vesuvio stasera stessa?» _ esclama la mamma _ «Perché no?! Viaggiamo nella notte, e saremo lì domattina» risponde il papà. «Yeeeh!» è il commento entusiasta di Francesco, con le braccine alzate al cielo. «E così, eccoci qui, a servire pizze, organizzare itinerari per i turisti, e ospitare convegni per raccontare tutti gli animali, gli alberi e i fiori che animano questo bellissimo parco su un vulcano, che guarda il mare» conclude Ciro, ogni volta, fra gli applausi meravigliati della gente.

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