giovedì 24 giugno 2021

AGATA

Nuvola nera su cielo azzurro, la Mole che spunta, il lampione, il verde degli alberi ed il Castello. Nella città sabauda, fra abituale magnificenza ed eleganza, tutto sembra scorrere con tranquillità. Eppure, in sottofondo, molto molto lieve, è possibile udire un suono, forse una voce che intona una melodia; ma non appena tenderete l'orecchio per ascoltare meglio, eccola tacere. A Torino, si sa, la Magia è nell'aria. Magia bianca che si interseca con la magia nera, ed il tutto si fonde in un grigio di sabauda discrezione. Agata si aggira, camminando o volteggiando nell'aria, come più le garba, dal 17 marzo 1861, agli albori della città di Torino. Non tanto alta, paffutella, carnagione blu trasparente; in testa un berretto blu marine, ornato da un nastro rosso, completo blu con giacca doppiopetto dai bottoni dorati, gonna a ruota che arriva alla caviglia, piccola borsetta rossa portata a mano coordinata a scarpe e nastro del cappello, sedere sporgente e camminata da papera, avanza appoggiandosi ad un bastone di legno, quando non lo fa roteare con maestria. Questo vedreste, se solo poteste vederla. Perché Agata sa rendersi invisibile. Oggi, ha deciso di intrufolarsi al Teatro Regio. Si muove sul palco, camminando goffamente, o librandosi a mezz'aria in modo leggiadro, ed intona "Je veux vivre dans ce rêve" ma qualcuno sta facendo dei lavori, in vista dell'apertura, e pare accorgersi della presenza, guardando insistentemente sul palco. Agata si diverte a muovere i tendoni, osserva le loro facce stupite, e fugge via, lasciando dietro sé solo la traccia di una risata divertita. Vola a mezz'aria, sopra le teste dei passanti. Spalle dritte, testa leggermente rialzata (che non si noti il doppio mento) Agata è ora sopra alle fontane, dinnanzi a Palazzo Madama, e osserva: bambini e cani che giocano, corrono e si divertono, adulti che guardano ammirati; c'è chi cammina assorto, chi in disparte, chi in compagnia. E Agata torna col pensiero alla sua gioventù, prima di diventare invisibile. Sua nonna, le ripeteva sempre un vecchio proverbio francese, che recitava "Pour vivre heureux, vivons cachet" - ovvero "Per vivere felici, viviamo nascosti". Eh sì, perché la gente non aveva alcuna voglia di avere a che fare con loro, la loro pelle blu trasparente, la loro capacità di volteggiare nell'aria, e decine di altre mirabolanti magie. Li accettavano, sì, talvolta si spingevano persino a parlarne bene; ma come si può parlare di uno spettacolo da ammirare a distanza, che mai - assolutamente MAI - dovrà far parte della tua vita. Agata, di carattere pacioccone e solare, come nell'aspetto, stringeva facilmente amicizia con tutti, e i bambini, soprattutto, non stentavano a stringere simpatia, giocare e scherzare insieme. Salvo, magari appena il giorno dopo, evitarla e deriderla assieme agli altri, dopo che in famiglia, oppure bambini più grandi, li avevano messi in guardia. "Ma in guardia da cosa?!" si chiedeva Agata. Ormai alternava tristezza e rabbia, stava per perdere la sua proverbiale giovialità. Fu una notte di San Giovanni, che prese la decisione: mentre guardava ardere il falò, disponeva ad uno ad uno, in un contenitore, i fiori raccolti nel pomeriggio; ne accarezzava i petali, e pregava. Quando tutti i fiori furono nel contenitore, lo riempì di acqua, continuando a pregare, e pregò ancora quando posizionò il tuo tutto al chiaro di luna, poi andò a coricarsi speranzosa. Il mattino dopo, corse a prendere il contenitore, e si lavò con quell'acqua, l'acqua della notte di San Giovanni: «Voglio diventare invisibile, per essere finalmente felice! Nascosta per sempre, agli occhi delle malelingue». Terminato il rituale, ad Agata sembrò che nulla fosse cambiato, e piuttosto delusa uscì. Ma per strada, si accorse che tutto era compiuto: era diventata davvero invisibile! Ed ora poteva sfoggiare la sua magia e la sua diversità senza paura. Così, man mano, prese anche maggiore confidenza con i suoi poteri, fino a volare più in alto, attraversare porte e muri, e diventare immortale. Da allora, ogni giorno, ride, scherza, canta e gioca per Torino, impegnandosi, con i suoi poteri, a renderla sempre più bella, misteriosa e magica✨ Si narra che i cuori più puri riescano ad avvertirne la presenza, interagendo con lei, e ricevendone in cambio il cuore ebbro di gioia. Ad altri, invece, dal cuore inaridito, Agata ruba il cappello, fa sparire oggetti, combina scherzi... E voi, riuscite ad avvertire la presenza di Agata?

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