lunedì 11 gennaio 2016

CLICK (nuova versione di un mio articolo, a suo tempo pubblicato in un blog commerciale)

"E' un'illusione che le foto si facciano con la macchina... Si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa." [Henri Cartier-Bresson]

 


 Un'altra delle mie passioni è la fotografia.
Quelle amatoriali mi piacciono tutte, non importa tanto che siano belle o brutte, ciò che conta è quel che simboleggiano, il ricordo che si portano appresso.
 Dietro al ritratto di un qualsivoglia soggetto – persona, paesaggio, animale, oggetto, etc. - si celano le emozioni vissute in quel momento.
 Poi vi sono le fotografie professionali, più artistiche. E trovo incredibilmente affascinante vedere come due obiettivi – quindi due fotografi – diversi, possano “scattare” due visioni molto diverse fra loro del medesimo soggetto, del medesimo momento.

 Ciò che invece detesto, è un uso eccessivo di Photoshop o altri programmi atti a distorcere la realtà.
 A mio avviso ottimi quando si tratti di “pulire” l'immagine, correggere i punti luce o creare altri particolari effetti artistici; ma “nocivi” quando si vada a modificare la persona nelle sue peculiarità.
 Ormai decenni di riviste patinate e cartelloni pubblicitari ci hanno assuefatti – soprattutto per quanto riguarda le donne, che nel mondo dello spettacolo già troppo sovente sono artefatte dai chirurghi – ad un'immagine utopistica e surreale, di corpi perfetti dalla pelle immacolata, andando a creare frustrazione in bambine che con gli anni diventano donne, inevitabilmente diverse dall'iconografica immagine “pubblicitaria”.
 Immagine distorta anche per gli occhi dei bambini che diventando uomini andranno a confrontarsi con donne vere, e non con un cartellone pubblicitario.

 Ricordiamocelo, la vera bellezza sta proprio nel valore dell'unicità.

Nessun commento:

Posta un commento