"E' un'illusione che le foto si facciano con la macchina... Si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa." [Henri Cartier-Bresson]
Un'altra
delle mie passioni è la fotografia.
Quelle
amatoriali mi piacciono tutte, non importa tanto che siano belle o
brutte, ciò che conta è quel che simboleggiano, il ricordo che si
portano appresso.
Dietro
al ritratto di un qualsivoglia soggetto – persona, paesaggio,
animale, oggetto, etc. - si celano le emozioni vissute in quel
momento.
Poi
vi sono le fotografie professionali, più artistiche. E trovo
incredibilmente affascinante vedere come due obiettivi – quindi due
fotografi – diversi, possano “scattare” due visioni molto
diverse fra loro del medesimo soggetto, del medesimo momento.
Ciò
che invece detesto, è un uso eccessivo di Photoshop o altri
programmi atti a distorcere la realtà.
A
mio avviso ottimi quando si tratti di “pulire” l'immagine,
correggere i punti luce o creare altri particolari effetti artistici;
ma “nocivi” quando si vada a modificare la persona nelle sue
peculiarità.
Ormai
decenni di riviste patinate e cartelloni pubblicitari ci hanno
assuefatti – soprattutto per quanto riguarda le donne, che nel
mondo dello spettacolo già troppo sovente sono artefatte dai
chirurghi – ad un'immagine utopistica e surreale, di corpi perfetti
dalla pelle immacolata, andando a creare frustrazione in bambine che
con gli anni diventano donne, inevitabilmente diverse
dall'iconografica immagine “pubblicitaria”.
Immagine
distorta anche per gli occhi dei bambini che diventando uomini
andranno a confrontarsi con donne vere, e non con un cartellone
pubblicitario.
Ricordiamocelo,
la vera bellezza sta proprio nel valore dell'unicità.