giovedì 16 ottobre 2014

Meglio un ovulo oggi, o un bambino domani?

  Questo è il bellissimo "Buongiorno" di Massimo Gramellini di questa mattina:
http://www.lastampa.it/2014/10/16/cultura/opinioni/buongiorno/ovulo-in-carriera-FPlrqmOkMUB6hjX5GcEFGM/pagina.html
e questo è il mio commento:

 Ho letto il tuo Buongiorno 'stamattina, facendo colazione - come avviene ogni mattina.
 Mi ha lasciata con un senso di violenta rabbia e impotenza, di disgusto: ma in che razza di mondo viviamo?!
 La famiglia, la possibilità di fare figli, è l'indiscutibile nucleo che costituisce il tessuto di una società "sana", degna di essere chiamata civile!
 Un'azienda - ed in effetti ancora di più uno Stato - che abbia la presunzione di definirsi "civile", deve andare in ogni modo incontro alle famiglie, alle donne, nella maternità. Questo con flessibilità degli orari, asili nido magari anche aziendali... Tutto quanto possa servire ad accogliere al momento opportuno il dono di un figlio, e a farlo crescere in un ambiente sereno ed economicamente dignitoso.
 Come si può chiedere ad una donna di rinunciare alla maternità, fino a quando non sarà affermata nella sua carriera? Quindi, fino a dopo i 40, o anche 45 anni? E i diritti di questo figlio dove li mettiamo?
 Intendiamoci, un figlio è un dono sempre, a qualunque età. Se la Natura - o Dio, per chi come me è credente - vorrà che sia così.
 Ma quanto è truce ritrovarsi obbligate a scegliere una gravosa maternità (e quindi anche paternità) tardiva, che comporterà ovviamente il fatto che - nella sua età più delicata, l'adolescenza - il figlio si ritroverà ad avere genitori che facilmente cominceranno a mancare di energie ed anche della doverosa comprensione dei tempi che, inesorabilmente, cambiano.
 E mi sembra che stiano cambiando sempre in peggio.
Non si può spacciare per progresso questa battaglia che costringerà ogni donna a rinunciare la maternità ad un'età adeguata; pena - per concorrenza - la perdita del posto di lavoro, quindi della possibilità di mantenere il proprio figlio.

 Come Donna, mi sono sentita in dovere di far sentire la mia voce! Ma mi sono resa conto che quasi sempre essa passa attraverso Facebook!
 E no, mi dispiace! Prodotti Apple non ne ho avuti. Ed attualmente - nel mio piccolissimo - non intendo assolutamente far girare ancora l'economia di un'azienda che conduce una simile politica; una politica aziendale che, se estesa, nel giro di breve porterà all'implosione della società: come faremo quando avremo solo più bambini figli di genitori anziani, mancheranno quindi i nonni...e soprattutto verrà a mancare a parte più importante della forza lavoro?
 Con pochi click mi sono cancellata da Facebook...e ti chiederei la cortesia di dare voce a questa mia iniziativa, che invita principalmente le Donne, ma anche gli Uomini, a cancellarsi da Facebook per protesta!
 Che dalla dirigenza ritrovino un po' di umanità, e capiscano che è ancora Facebook ad avere bisogno delle persone, e non viceversa!

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