Risate argentine e sguaiate echeggiano - come a voler emanare feromoni che sanno di femmina accondiscendente - ad ogni parola formata dalla sua voce così prepotentemente maschile, così sexy, mentre a fargli da contorno non restano che un uomo sciupato e dimagrito ed i suoi occhi, visibilmente alterati eppure – o forse maleficamente proprio per questo – eccitanti.
Morgana trema, mentre finge di leggere un libro e si domanda se quelle gambe che vede spuntare sotto alla minigonna che indossa siano davvero le sue, dacché se ne sente totalmente staccata, anche ora che dovrebbero solo servirle a star seduta tranquilla, ma la sensazione che non le appartengano è nitida; stesso discorso vale per le braccia e le mani, che fanno una fatica immane a versare il piccolo bricco di latte freddo nella tazzina di caffè, e successivamente a portare quest'ultima alla bocca.
L'unico organo che percepisce come vivo e suo è lo stomaco, mentre le pulsa accartocciato in gola.
Quanto vorrebbe che le cose fossero davvero semplici e rosee come le era stato promesso il giorno del suo decimo compleanno, alla segreta consegna di quella “bacchetta magica” , che in realtà si è rivelata essere solo una triste campana di vetro.
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