venerdì 11 gennaio 2019

IN BOCCA AL LUPO!! Nel cuore dell'Italia, fra sogni e tradizioni





VISSO _ Silvia Bonomi, 33 anni, nel 2006 ha avvertito l’esigenza di un ritorno alle origini: «Mio nonno era pastore. Con mio papà si era, diciamo così, interrotta la tradizione, e vivevamo in città, a Roma. Io ho voluto riprendere il mestiere di mio nonno, mettere a frutto le sue competenze, che mi aveva trasmesso».
Ci troviamo nel cuore della penisola, precisamente a Visso, nelle Marche, in provincia di Macerata, nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Quella di Silvia è una storia che parla di una professionalità che diventa scelta di vita, e forse proprio da questo parte. Narra di tradizioni antiche, veracemente italiane.
«Ho deciso di dedicarmi al recupero genetico di una specie che stava scomparendo, la pecora sopravissana, quella che già allevava mio nonno – racconta Bonomi, che precisa – la razza “sopravissana” si chiama così non in riferimento al paese di Visso Superiore, bensì “superiore” è la qualità della lana».
Nasce così l’azienda agricola “la Sopravissana dei Sibillini”. «Per quasi dieci anni, si è trattato solo di fare investimenti. – fa presente Bonomi – Ora cominciamo ad intravvedere i primi risultati».
Dalle pecore di Silvia Bonomi, non si ricavano né latte e latticini, e neppure carne: l’intento dell’azienda “la Sopravissana dei Sibillini” è proprio solo il recupero genetico di questa preziosa razza tipica. Quello di Silvia, un sogno che, come tutti i sogni, ha richiesto – e continua a richiedere – costanza, determinazione e forza di volontà.
Fra i tanti problemi con cui deve quotidianamente scontrarsi – burocrazia, tasse, crisi economica generalizzata, etc – c’è, ovviamente, l’amato e odiato lupo.
«L’umano pastore teme sempre il lupo, sempre. Perché sa di trovarsi davanti ad una macchina perfetta, forgiata da madre natura. Una macchina fortissima, di fronte alla quale una semplice distrazione può risultare letale». Sono le parole di una donna che il lupo lo conosce e lo vive sulla propria pelle. Una donna che a causa del lupo, ha più volte pianto. «Inizialmente, le perdite causate dal lupo sono state tali da rendermi accecata dal dolore! Molto al di là della certamente importante questione economica, vedere le mie amate pecore, selezionate con passione, sbranate dal lupo, era straziante… – ammette Bonomi – Però, mi sono detta: ce la facevano al tempo di mio nonno, a difendersi dal lupo, dobbiamo farcela anche noi! Il lupo è astuto, intelligente. Ma in fin dei conti l’umana, quella più intelligente, dovrei essere io».
Per l’esperienza ormai decennale di Silvia Bonomi, custode anche della tradizione di famiglia tramandatale dal nonno, la difesa migliore in assoluto, l’unica veramente valida, è rappresentata dai cani da guardiania: «I cani sono stati in realtà un ritorno al passato. Nelle nostre zone, lupi ce n’erano molti, quando non esistevano recinzioni elettrificate, né stazzi blindati per trascorrere la notte; eppure la pastorizia andava avanti ugualmente. I cani sono i nostri preziosi colleghi di lavoro: si mimetizzano con le pecore, crescono con loro e per esse darebbero la vita… E noi umani non potremmo competere con il loro udito, il loro olfatto, per avvertire in tempo la presenza dell’astuto lupo, che rimane un bellissimo animale. Ma gli umani siamo noi».
E proprio la sua Laga, pastore abruzzese di appena un anno, è stata protagonista del racconto che Bonomi ha postato su Facebook lo scorso 2 gennaio, che in breve tempo ha catturato l’attenzione di svariate pagine che seguono il delicato ma possibile equilibrio fra il lupo e la pastorizia e le altre attività umane.
Per "nei pressi" non intendo VICINO. Non intendo a qualche decina di metri... intendo FUORI DALLA PORTA” - si può leggere.
La sera del primo gennaio, poco prima delle 20,30, Bonomi stava dando da mangiare alle sue pecore, quando Laga è diventata una belva, e non accennava a calmarsi.
“Immediatamente ho capito: mi trovavo di fronte alla scena pi
ù antica del mondo.
Da una parte il Pastore Abruzzese, custode e guardiano delle pecore, disposto a perdere la vita per le sue protette, dall'altro due occhi, gialli come il topazio, incastonati nella figura più nobile che ha sempre suscitato timore e paura nell'immaginario collettivo... il lupo.” - procede testualmente il racconto di Bonomi.
Sono stati minuti di paura, durante i quali Silvia ha temuta che Laga sfondasse la recinzione per aggredire il lupo, e gli altri quattro cani accorressero in suo soccorso.
Ma, occhi negli occhi, il lupo ha capito di essere in svantaggio,
perché Laga e gli altri cani erano veramente determinati a salvare le pecore, ed è fuggito via.
È stato immediatamente avvisato – come di dovere – l’Ente Parco dei Monti Sibillini: il lupo, munito di radiocollare, è una femmina, di nome Magica.
Bonomi ha un messaggio di speranza per i colleghi scettici: «Il buon cane si trova, sempre. Basta rivolgersi agli allevamenti giusti, ed ovviamente crescerlo ed educarlo nel modo corretto. Vi sono anche svariate possibilità, laddove vi sia la necessità di condividere gli spazi, magari durante gli alpeggi estivi: ad esempio, può esserci un unico pastore che alleva i cani, e poi si mescolano le greggi. – e, tornando alla preziosa memoria del passato – Mio nonno era solito dire che il buon cane da pastore, non è quello che uccide il lupo, ma quello che riporta tutte le pecore a casa».
Da parte di Silvia Bonomi, anche una domanda: «Anche chi riterrebbe doverosi altri provvedimenti che mirino al contenimento del lupo, però, nel frattempo, cosa intende fare? Dobbiamo difenderci, difendere i nostri animali! Con i cani, innanzitutto, reti elettrificate e tutto quanto in nostro potere, è possibile convivere con serenità».

Fra la saggezza dell’esperienza e della memoria, e la vivacità della gioventù, i sogni di Silvia Bonomi continuano ad espandersi ed avanzare: «La lana derivata dalla razza Sopravissana, è una qualità superiore, conosciuta anche come “cachemire d’Italia”. Siamo già in contatto con dei tosatori professionisti, ed intendiamo produrre la lana».
È possibile seguire le avventure ed i progetti di Silvia e della sua azienda, seguendo la sua pagina Facebook https://www.facebook.com/Az-Agricola-La-Sopravissana-dei-Sibillini-di-Silvia-Bonomi-907224739288378/?rc=p


mercoledì 9 gennaio 2019

ACAIA E NOTARIATO




PINEROLO _ Appuntamento con la storia, osservata sotto la luce dell’attualità. Lunedì 14 gennaio, alle 17,30, in via Duomo, 1 a Pinerolo (Torino) nel salone delle feste del circolo sociale dei lettori, verrà presentato il libro del Professor Paolo Buffo, docente presso l’Università di Losanna, “La documentazione dei Principi di Savoia Acaia – Prassi e fisionomia di una burocrazia notarile in costruzione”.
L’iniziativa, con il patrocinio della Città di Pinerolo, è organizzata dal Circolo dei Lettori di Pinerolo, in collaborazione con la sezione pinerolese “Ettore Serafino” di Italia Nostra, e va a collocarsi a conclusione degli eventi dicembrini che hanno celebrato i 600 anni dalla fine del Principato degli Acaia, la cui fine venne ufficializzata il primo gennaio 1419, con l’inclusione dei territori del Principato nel Ducato di Savoia.
«Lo scorso mese di dicembre, sono stati 600 anni dal dicembre 1418, che viene considerato il periodo della fine del principato degli Acaia» racconta il Presidente della sezione pinerolese di Italia Nostra, Maurizio Trombotto.
Il 6 dicembre 1418, morì Ludovico, quarto ed ultimo principe d’Acaia. «Proprio in quella data simbolica si è tenuto il convegno ospitato nel gran salone degli eventi di Palazzo Madama a Torino. – prosegue Trombotto – Il secondo appuntamento è invece stato il 14 dicembre a Pinerolo, nel salone Casa Madre delle suore di San Giuseppe». In quell’occasione, la città di Pinerolo ha ospitato il convegno “Un monumento da salvare”, con riferimento al Palazzo detto degli Acaia. «L’ultimo appuntamento si è invece svolto il 16 dicembre a Fossano, ospitato nel Castello Acaja» conclude Trombotto.

Il libro del Professor Paolo Buffo, giovane ricercatore dell’Università di Losanna, è stato edito nel 2017 a cura della Società Storica Subalpina, e rappresenta uno degli ultimi contributi, in ordine cronologico, relativamente alla Signoria Savoia-Acaia. «Si tratta certamente di un argomento piuttosto di nicchia – ammette Trombotto – il cui principale interesse risiede nell’analisi di documentazioni originali, che furono alla base del Principato Acaia all’interno dell’organizzazione sabauda».
Assieme all’autore, ne discuterà la Dottoressa Caterina Audano, notaio in Pinerolo: «Assieme alla Dottoressa Audano, sarà possibile ragionare su questi documenti e l’intera tematica, in chiave odierna» sottolinea Trombotto.

Infine, a conclusione delle celebrazioni per il seicentesimo Acaia, a seguito della presentazione del libro, il dottor Jacopo Cardella presenterà la sua tesi di laurea in Storia – conseguita all’Università degli Studi di Torino durante l’anno accademico 2017/2018 – sull’argomento “Le franchigie dei principi d’Acaia tra i secoli XIII e XIV: analisi della costruzione di un principato”.

Evento ad ingresso libero. Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi alla Biblioteca Civica Alliaudi al numero 0121374505, oppure all’indirizzo e-mail alliaudi@comune.pinerolo.to


giovedì 3 gennaio 2019

Aspettando la Befana... Lupo e biodiversità






FENESTRELLE _ Se l’Epifania “tutte le feste si porta via”, non si ferma invece il lavoro divulgativo dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie.
Il fine settimana che porta alla notte della “Befana”, vedrà infatti protagonista il Parco con tre diversi appuntamenti: venerdì 4 gennaio, alle 21, la sala consiliare del Comune di Fenestrelle – in via Roma, 8 – ospiterà una serata divulgativa ad ingresso gratuito, a cura del regista Gianni Valente, il cui protagonista indiscusso sarà il lupo.
Il grande predatore, spontaneamente tornato a popolare le nostre zone, attira curiosità e paure, e l’appuntamento di venerdì sera sarà una nuova occasione per fare chiarezza: «Continuiamo imperterriti a parlare di lupo, perché è fondamentale che l’intera popolazione sia a conoscenza, in modo corretto, di questo importante animale che è tornato a far parte del nostro ecosistema. – racconta Stefano Daverio, presidente dell’Ente Parco Alpi Cozie – Ad ogni incontro, sottolineiamo come il lupo non faccia paura, non causi danni, se non in modo limitato, ma ribadiamo come vi sia il bisogno di gestirlo, e di farlo correttamente».
Sabato 5 gennaio, ancora protagonista “la città dei Forti”, con un’escursione guidata sulle tracce del lupo: «Sono già molte le prenotazioni per partecipare all’escursione. – commenta soddisfatto il primo cittadino, Michel Bouquet – È per noi un onore essere protagonisti, sul territorio, nella conoscenza di questa importante tematica, senza scordare le positive ripercussioni sul turismo: le persone che partecipano alle serate divulgative, ed alle escursioni, sono persone che si fermano nel nostro territorio, lo conoscono, possono tornare. Così il lupo, da problema, può essere visto come opportunità».
Saranno i guardiaparco del Parco Alpi Cozie ad accompagnare i partecipanti in quello che è il territorio del lupo, imparando a riconoscerne le tracce e, con molta fortuna, riuscire ad incontrarlo.
Per partecipare all’escursione, che prevede pranzo al sacco, occorre obbligatoriamente prenotarsi al numero 012278849 (partecipazione gratuita per i bambini fino ai 6 anni, 3 euro per i ragazzi dai 7 ai 14 anni, e 10 euro per gli adulti). Il ritrovo sarà il mattino alle 9, muniti di automobile, al punto turistico ed informazioni di Fenestrelle, in piazza della Fiera,1.
Ovviamente sarà necessario presentarsi con un abbigliamento consono alle temperature ed al territorio.
Sabato sera la scena si sposterà invece a Pragelato, in frazione Ruà, più precisamente in via della Pineta, con una nuova serata divulgativa ad ingresso gratuito: «Il nostro guardiaparco e divulgatore scientifico Luca Giunti, parlerà della biodiversità che anima il nostro territorio – conclude Daverio – ed ancora una volta il lupo svolgerà un ruolo da protagonista: dal suo ritorno, infatti, sono molte le specie che ne hanno beneficiato, e svariati i ritorni».